Sul sito della radio francese France Culture, si possono leggere i risultati di un’indagine condotta da Yvan Plantey che ha sottoposto undici fotografie scattate durante il confinamento da Covid-19 a due sociologi: Gianni Haver dell’Università di Losanna e François Cardi dell’Università di Évry.
Gli autori delle foto esaminate sono tutti professionisti, tranne uno. La cosa più interessante è che proprio quella scattata dal fotoamatore, dal non-professionista, è stata giudicata dai due studiosi tra le più efficaci e quella emotivamente più forte e coinvolgente. L’immagine, diventata presto virale, è stata scattata con un telefonino da una donna, Dominique Bigelow, e ritrae sua figlia che manda un bacio alla nonna attraverso il finestrino dell’automobile.
Le altre fotografie sono scattate da fotografi dell’Agence France-Press (AFP), dell’agenzia Maxppp e da un freelance.
I fotografi d’agenzia hanno chiaramente dovuto privilegiare l’aspetto della documentazione e dell’informazione. Nella maggior parte dei casi il richiamo al Covid-19 è piuttosto esplicito e la didascalia si limita a dare dettagli più precisi sul contenuto della foto. In altri, senza la didascalia si farebbe fatica a comprendere che l’immagine si riferisce proprio a questa emergenza, ma l’intento documentaristico resta comunque evidente.
La foto del freelance è più astratta: Martin Argyroglo ha fotografato quello che si trovava a portata della sua vista, mentre era confinato nel suo appartamento di Parigi. In questo caso l’intento non è tanto raccontare un fatto storico, documentare, quanto piuttosto evocare emozioni e riflessioni soggettive in modo meno diretto, attraverso composizione, linee e spazi.
Tre approcci diversi – emotivo, documentaristico, astratto-formale – per illustrare uno stesso tema.
Ma per vedere tutte e undici le foto e conoscere l’analisi dei due sociologi, leggetevi tutto l’articolo sul sito di France Culture.