Falcone, Borsellino e Borges…

Forse è arrivato il momento di abolire il copyright.

Due anni fa un’università argentina mi ha chiesto di usare una mia foto di Borges, in formato 4 metri per 6, per decorare una facciata della sua sede. Viste le dimensioni, volevano l’alta definizione.

Onorato da questa opportunità, ho chiesto quale fosse la cifra che intendevano pagare all’autore, cioè a me stesso.
Hanno replicato meravigliati, spiegandomi che quella foto era scaricabile da moltissimi siti e non capivano perché proprio loro avrebbero dovuto pagarla. Ho fatto una ricerca sul web e ho scoperto che quell’immagine appariva in oltre 120 siti, quasi nessuno dei quali aveva avuto la mia autorizzazione. In alcuni casi c’era ancora sopra il watermark che avevo messo le rare volte che l’avevo pubblicata io in rete.

Arriviamo a oggi. In questi giorni leggo che c’è stata l’ennesima questione sul copyright. Tony Gentile ha chiesto alla RAI di essere pagato per la sua celebre fotografia di Falcone e Borsellino, perché utilizzata in una trasmissione televisiva. Citata in giudizio, la RAI ha sostenuto che si trattava di semplice fotografia e non di un’opera e dunque, passati 20 anni dallo scatto, poteva essere usata da chiunque liberamente. 

In primo grado, il giudice ha dato ragione alla RAI. Credo che se io due anni fa avessi provato a far causa a quei 120 siti che avevano usato la mia foto di Borges, avrei avuto la stessa risposta. Perlomeno, dalla motivazione della sentenza si capisce che secondo il giudice sono veramente poche le fotografie che possono essere considerate opere fotografiche. 

A questo punto, ha ancora senso cercare di difendere il diritto d’autore? Ovviamente parlo dei diritti commerciali, non di quelli morali. Personalmente, vorrei che tutti potessero usare liberamente le mie foto e, comunque, spesso difendere il copyright costa più che lasciar perdere. Ma io devo pur vivere…  Insomma è urgente trovare un altro modello commerciale per permettere a noi autori di guadagnare. Altrimenti aveva ragione mio padre quando mi diceva di fare un lavoro serio e non il fotografo.

Marcello Mencarini

Jorge Luis Borges – © 1981 Marcello Mencarini

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