Stéphan Gladieu ha appena realizzato per la School Gallery di Parigi la serie Docteur Peste est de Retour, immagini della Parigi di questi giorni, svuotata dal confinement, con la presenza costante di una strana figura che ha una lunga storia alle spalle…
Stéphan Gladieu è un fotoreporter che ha girato il mondo raccontando guerre e paesi lontani. Quest’anno i suoi ritratti realizzati nella Corea del Nord dovevano essere esposti ad Arles, se il festival non fosse stato annullato a causa della pandemia. La sua foto con le ragazzine di Pyongyang in divisa che indossano gli appositi occhiali per assistere a un film in 3D era stata scelta come simbolo dell’evento, debitamente capovolta come in tutte le edizioni firmate Sam Stourdzé. L’ultima, tra l’altro, visto che l’anno prossimo Les Rencontres de la Photographie di Arles avranno un nuovo direttore artistico.
E invece le foto più recenti di Gladieu, in bianco e nero, lontane dal colore vivo che hanno di solito i suoi reportage, raccontano di una Parigi deserta, svuotata dei suoi abitanti rinchiusi in casa per limitare il contagio del virus. Le ha scattate di recente, nei mesi di marzo e aprile appena trascorsi, in luoghi simbolo della capitale francese. Protagonista degli scatti il Dottor Peste, soprannome del medico di Luigi XIII che nel diciassettesimo secolo, durante un’epidemia di peste bubbonica, ideò una divisa di lavoro che gli permetteva di curare i pazienti mantenendo le distanze. Inclusa una maschera a becco riempita di erbe medicinali con lo scopo di purificare l’aria inspirata.
È passato tanto tempo ma, in attesa di un vaccino, la scienza per ora non ha trovato altro rimedio al contagio che l’isolamento e il distanziamento sociale.